> Riqualificazione di Malga Fosse Passo Rolle (TN)

 
Progettista: arch. Stefano Sartori capogruppo
   
Team: arch. Cristina Brezae
  arch. Francesca Zava
  ing. Ademaro Mola di Larissè


L'Ente Banditore ha posto come obiettivi generali il rilancio della struttura ormai dismessa, situata in un contesto naturale e paesaggistico di pregio assoluto ed estremamente delicato, non solo attraverso opere di ristrutturazione e/o ampliamento dell'edificio esistente ma consentendone anche  l'eventuale demolizione e ricostruzione.
Sul piano funzionale, l'Ente Banditore, oltre alla conferma delle funzioni proposte consentiva destinazioni funzionali diverse che però fossero giustificate da scelte opportunamente supportate da criteri economici sostenibili. Il nostro progetto si pone il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti mediante Il rilancio della struttura e la rivitalizzazione degli spazi esterni attraverso la demolizione dell'edificio esistente e la ricostruzione di un nuovo edificio di alta qualità formale e architettonica che si integri con il contesto naturale e paesaggistico; La condivisione e conferma delle funzioni individuate come preferibili dall'Ente Banditore: un locale d'eccellenza dotato di bar, ristorante, con possibilità di pernottamento; Un edificio che per le sue qualità estetiche e funzionali diventi parte dell'ambiente montano e contemporaneamente luogo di attrazione turistica e ricettiva. Il principale riferimento nella progettazione è stata la morfologia del luogo e la tradizione costruttiva. La considerazione della specificità del sito, immediatamente alle pendici del Cimon della Pala, aperto sulla valle sottostante e in vista del Passo Rolle ci ha fatto propendere per la demolizione dell'edificio esistente. Il nostro edificio vuole essere parte del paesaggio e non contrapporsi ad esso, al tempo stesso essere anche segno contemporaneo, non solo per il linguaggio architettonico ma anche per l'impiego delle tecnologie costruttive, riferite all'architettura sostenibile e dirette al massimo contenimento energetico. Abbiamo cercato un linguaggio che si discosti dalla mimesi architettonica o che rimandi a stilemi propri dell'architettura di montagna, un linguaggio che contenga in sé elementi che evochino il rispetto e il fascino del luogo; l'impiego del legno come materiale costruttivo e di finitura a tal proposito rimanda al calore dell'accoglienza delle costruzioni montane. Le rocce dolomitiche hanno ispirato la forma dell'edificio rimandando alla loro irregolarità, agli anfratti, colori, masse, riflessi. L'edificio stato pensato come un elemento unico, massivo, ove le aperture, appaiono come scavate sulle pareti che senza soluzione di continuità, diventano falde di un tetto a più inclinazioni. L'unica grande apertura la si trova sul prospetto est, perché la montagna, i prati e i boschi circostanti diventino parte integrante dell'edificio, così i fruitori possono dall'interno godere del paesaggio.