> Recupero del magazzino Heavy Lafarge Cement Factory Toledo, Spagna

 
Progettisti: arch. Stefano Sartori
  arch. Stefano Bianchi
   
Team: arch. Francesca Zava
  arch. Rita Borges
  arch. Cristina Brezae
 
Il progetto di recupero del magazzino Heavy Lafarge Cement Factory prende spunto dalla sua funzione storica di stazione termica e così dalla sua denominazione :” Fondazione Turbina – Crudo – Gasolio”.
L'immagine archetipa da cui trae origine lo schema concettuale è infatti quella della turbina  o della dinamo per la generazione della corrente elettrica.
Il progetto si sviluppa secondo uno schema di “scatola nella scatola”, dove dentro la scatola inalterata del magazzino originario Lafarge, trova spazio un'altra scatola formata dall'iterazione dell'elemento archetipo sviluppato e aggregato per contenere le funzioni richieste dal bando.
Il progetto si compone così di due parti: la prima è il restauro conservativo della struttura esistente; la seconda è la realizzazione di un involucro interno al primo.
L'obiettivo generale perseguito dal progetto è infatti quello di rispondere alle richieste del bando mantenendo “leggibile” la struttura originaria del magazzino.
Visto dalla strada principale di accesso al centro di lavoro, l'edificio si presenta nel suo aspetto originario con la restaurata struttura in calcestruzzo ed il rinnovato rivestimento in vetro-mattoni .
Dai prospetti emergono i tre cilindri dei vani scala e servizi, che preannunciano le rinnovate funzionalità del fabbricato.
Attraverso le ampie vetrate, si percepisce la struttura interna composta dall'aggregazione di più elementi cilindrici che avviene secondo un evidente criterio di simmetria e specularità, dando origine ad un volume dalle coordinate curvilinee che volutamente si discosta da quello parallelepipedo della fabbrica.
Percorsi i gradini dell'entrata principale, si legge dall'interno il contenitore in calcestruzzo e, leggermente scostato e rialzato di due gradini, il nuovo involucro più “leggero” in vetro, dentro al quale, al piano terra c'è la reception per l'accoglienza dei visitatori, gli spazi per le mostre temporanee ed il bookshop; al piano primo il foyer, il bar e l'auditorium con l'accoglienza ed il deposito tecnico; al piano terra, nelle porzioni di edificio originarie,  l'area per i workshop  e per la formazione interna Lafarge.
Al piano interrato gli spazi per l'esposizione dei sistemi innovativi Lafarge e quelli tecnici per gli spogliatoi, gli impianti ed il deposito.
La struttura portante è realizzata in cemento armato con tecnologia Ductal ed è rivestita esternamente in vetro tipo Uglass.
Viene mantenuta la maglia strutturale del piano interrato e per sovrapposizione realizzata la struttura portante dei livelli superiori.
I due elementi cilindrici delle scale collegano i vari livelli, mentre un'altro elemento cilindrico contiene ad ogni piano i servizi igienici.
Il piano terra della struttura principale è progettato come uno spazio aperto sopraelevato dove è possibile avere un percorso sinuoso e guidato dall'allestimento delle esposizioni temporanee. Gli spazi per i workshop e della formazione interna sono posizionati invece nei due volumi adiacenti al principale, dove la pavimentazione riprende il disegno sinuoso adottato nella struttura principale.
Le scale cilindriche, con gli ascensori inglobati, connettono al primo livello dove è possibile avere un momento di sosta e ristoro, godendo della vista privilegiata sulla struttura della fabbrica, e da qui l'accesso alla sala Lafarge.
Una seconda scala cilindrica con ascensore agevola il deflusso dei visitatori e serve come scala d'emergenza.
Le due scale concludono alla copertura verde realizzata con tecnologie Lafarge: struttura in calcestruzzo Thermedia e sistema di drenaggio Kydromedia.
Dal piano terra, il piano interrato è egualmente connesso dai tre cilindri di cui sopra, rimanendo suddiviso in due parti: una a disposizione per l'esposizione delle soluzioni innovative Lafarge, l'altra per gli spogliatoi, il deposito ed i servizi tecnologici di cui necessita l'edificio.
Vengono mantenuti gli accessi esistenti sui quattro lati, integrati con rampe per disabili, che ritroviamo anche in due dei cilindri del piano terra.
Le finiture interne prevedono l'utilizzo di alcune tecnologie Lafarge: il cemento Tector Cola Blanco per la posa delle piastrelle esagonali di pavimentazione del piano terra; l'Artevia Polish per tutte le nuove pavimentazioni ai vari livelli; il controsoffitto in gesso rivestito Pregypan per la sala conferenze.
Il restauro conservativo della fabbrica esistente permetterà anche la lettura degli intonaci originari e dei calcestruzzi, che si contrapporranno alle nuove pareti di Uglass.
Complessivamente seguendo la logica della “scatola nella scatola” i due edifici entrano in un dialogo eloquente mostrando il loro carattere peculiare di archeologia industriale per la vecchia fabbrica e di involucro moderno e tecnologico per la nuova costruzione.
In questo senso staccando il pavimento del nuovo involucro dal piano di calpestio esistente si è voluto dare la percezione di un intervento non invasivo, quasi sospeso e rispettoso dell’edificio esistente che, come già accennato, si è voluto recuperare in ogni sua parte, dal piano interrato al tetto.