> Ampliamento del Museo di Arte Contemporanea Teolo (PD)


“Piuttosto che sorgere come monumenti isolati, i musei contemporanei, per la maggior parte, sono diventati il pretesto per creare una nuova coesione del paesaggio contingente”.                                                                     
                                                                                                                                                                                                                                                                            R. INGERSOLL
 
Il progetto di ampliamento del museo d’arte contemporanea Dino Formaggio nasce, innanzi tutto, da considerazioni legate al luogo dove il museo insiste e al paesaggio che lo caratterizza.
Il palazzetto dei Vicari, sede attuale del museo, si configura come elemento fondante per la nuova progettazione, non solo per la stretta relazione funzionale e concettuale con il previsto ampliamento o per la sua importanza storica, ma anche per suo il valore paesaggistico. Edificato sul finire del XVI° secolo, residenza dei vicari padovani, è adibito a museo dal 1993. Collocato in posizione strategica, con la facciata principale che si affaccia sulla piazza centrale e l’accesso secondario lungo la strada provinciale per Castelnuovo, è racchiuso nella parte retrostante da un dislivello di circa 2m e dall’accesso alla scuola media comunale ivi presente. Qeste caratteristiche morfologiche, la differenza di quota e la presenza necessaria di un accesso pubblico , hanno fortemente connotato le scelte progettuali sia nella collocazione che nelle direttrici costitutive il progetto: il museo trova il solo spazio di espansione in un terreno inclinato con una quota media a + 2m rispetto al piano terra del museo stesso, delimitato a ovest dalla strada di accesso alla scuola e a est da una scarpata che si affaccia sul paesaggio dei colli Euganei. Questi “limiti” morfologici diventano il punto di partenza e di fondamento del progetto: il nuovo volume, la cui altezza è impostata alla quota di gronda del palazzetto, viene tagliato da una direttrice parallela al museo esistente che non solo definisce con questo delle relazioni geometriche e  spaziali ma che altresì individua il punto di vista paesaggistico preferenziale e definisce contemporaneamente il confine del salto di quota.